Uncomfortable Feelings
Uncomfortable Feelings
di Shari R'Vek Incubi. Maledetti
incubi.
Mi perseguitano, notte dopo notte, e non c'� quasi volta che non ceda al sonno
malvolentieri, solo arrendendomi al bisogno estremo di riposare. La memoria,
nebulosa eppure sconvolgente, di ci� che non riesco, non oso ricordare di giorno
� pronta ad assalirmi strappandomi via brandelli di anima, e invano continuo a
ripetermi che � solo un sogno, un brutto sogno creato dalla mente esausta.
Perch� il freddo metallo della pistola � vero, come � vero il suo peso, e il
rumore dello sparo assordante nello spazio angusto. E allo stesso modo � vero
l'urlo, quello che mi risveglia ogni mattina riecheggiandomi nelle orecchie e
lasciandomi in un bagno di sudore, quello che mi ruba la lucidit� che impiego
tempo a riguadagnare, perch� � cos� preziosa per il lavoro che svolgo con tanta
devozione.
� tutto vero, nel profondo del mio cuore lo so. Ma cosa mi succederebbe se lo
ammettessi a me stesso? Non voglio rispondere, quindi ricaccio tutto in un
angolo buio dei miei pensieri, sforzandomi di dimenticare. Forse � questo che mi
impedisce di cancellare per sempre la sensazione di essere sporco, colpevole del
pi� atroce dei crimini. � una sensazione che non mi abbandona mai, da quindici
anni. Sono colpevole, s�. Proprio come coloro che contribuisco a spedire dietro
le sbarre. Ma adesso basta. Questa � l'occasione perfetta per dire tutto,
finalmente, ed essere giustamente punito per ci� che ho fatto.
Ho aperto gli occhi di soprassalto, svegliato di nuovo da quell'urlo
terrificante, dopo aver rivissuto per l'ennesima volta la scena che ha segnato
per sempre il corso della mia vita. Solo che ora non mi trovo sotto le lenzuola
di seta del mio letto, n� sui cuscini del sof� del mio ufficio. Sono sdraiato
sulla rete sottile e rigida della mia cella e non mi aiuta il pensiero di essere
stato imprigionato, ironia della sorte, per un reato che non ho commesso. Ma la
mia coscienza non avrebbe mai potuto aspettarsi di meglio. Povero Wright, ce la
sta mettendo davvero tutta per dimostrare la mia innocenza, e solo per saldare
uno stupido debito infantile. Ma anche se vincer� questo caso, non potr� fare
nulla per salvarmi dal mio passato. Io sono colpevole, e i colpevoli devono
pagare il conto.E se sapesse che quella
volta lo difesi solo per spirito di emulazione? Volevo diventare come mio padre,
lo volevo a tutti i costi. Cos�, quando lo vidi accusato e in lacrime,
completamente solo e oggetto dell'incredulit� e dello scherno di tutti, sentii
l'impulso di far valere la giustizia. Non era stato lui. Mi alzai e lo gridai
con quanto fiato avevo in corpo.
"Pensate di poter accusare qualcuno senza prove? Dilettanti!"
Mi sentivo cos� fiero di me. Avevo aiutato una persona a difendersi, a
restaurare la sua immagine davanti agli altri. Mi sembrava davvero di essere un
passo pi� vicino alla realizzazione del mio sogno. E in pi� mi ero guadagnato un
nuovo amico, anche se non mi importava di avere l'approvazione degli altri. E
pensare che lui ora � proprio quello che desideravo essere io un tempo. Almeno
fino a che non capii che chi difendeva un criminale non meritava rispetto n�
considerazione. Non riuscivo a tollerare il pensiero che anche mio padre,
qualche volta, avesse potuto aiutare degli assassini a scampare alla prigione.
Assassini come quello che aveva ucciso lui a sangue freddo... fu allora che mi
lasciai alle spalle tutto quello che ero stato fino a quel momento,
abbandonandolo per sempre e punendomi, punendo me stesso.
"Mi spiace, Wright. Mander� all'aria tutto il tuo lavoro". Senza rendermene
conto sto pensando a voce alta. � davanti a me e mi guarda con gli occhi
sgranati, in un silenzio che dura qualche minuto. Gli ho raccontato il mio
incubo mentre il cuore mi diventava sempre pi� pesante... non l'avevo mai
confidato neppure a Franziska. Oh, non che lei mi avrebbe ascoltato, ovviamente.
Ma quando mi trovo davanti Wright mi sembra di poter dire tutto, e allo stesso
tempo di non poter dire nulla per paura di essere disprezzato. Era tanto che non
mi sentivo cos�. Forse non mi sono mai sentito cos�.
Dannazione, perch� non dici niente? Abbasso lo sguardo, ho brividi in tutto il
corpo che non riesco pi� a trattenere n� a nascondere. Mi riscuoto quando sento
un rumore di scartoffie. Wright sta sfogliando ancora una volta i documenti
relativi all'incidente. Cosa diavolo stai facendo? "Nulla, stavo dando un'ultima
controllatina a queste carte. Prover� che sei innocente, Edgeworth. In quello
che hai detto c'� qualcosa che mi ha fatto venire in mente un'idea..." Stupido!
Perderai, il signor von Karma ti schiaccer� come un insetto e non potrai dire
che non ti avevo avvertito! Sento le mie guance bruciare, ma non riesco a dire
nulla. Nulla. Mi esce solo un filo di voce: "Smettila. Non puoi cambiare le
cose. Sono un omicida".
"Io credo in te, Edgeworth".
Lui crede in me. Ma chi vuol prendere in giro? Nessuno si � mai fidato di me,
nessuno mi ha mai dimostrato la sua stima n� tantomeno un minimo di
considerazione. Mi hanno sempre temuto tutti, e tutti hanno continuato a
parlarmi alle spalle, cercando di neutralizzarmi, da quando faccio questo
lavoro. Non dico nulla. Sono troppo stanco per replicare. Vorrei parlare subito,
guardare in faccia il giudice e confessare, e invece dovr� attendere. Un'attesa
penosa, ridicola: non ha senso essere scagionati per un delitto, se ce n'� un
altro che incombe su di te pronto a infliggere il colpo di grazia alla tua
intera esistenza. Ma sono sempre stato in bilico. Oggi � semplicemente il giorno
in cui, per mia stessa volont�, il baratro si aprir� finalmente sotto i miei
piedi.
"Signor Edgeworth, lei ha udito un solo sparo,
giusto?"
Non capisco. Non riesco a capire dove voglia arrivare. Ho ucciso mio padre,
Wright, non volevo, � vero, ma l'ho fatto. Perch� vuoi ostacolare la mia
confessione?
Wright sorride trionfante, come fosse il custode di una verit� segreta che sta
per svelare al mondo. "� strano, perch� da questo rapporto si direbbe che i
colpi siano stati due". Non voglio pi� ascoltare queste sottigliezze dialettiche
da avvocato, che non portano a nulla di buono se non ad insabbiare la verit�.
Eppure continuo a seguire con attenzione il suo discorso, come se gi� intuissi a
che cosa porter�.
"Il colpo partito accidentalmente quando l'arma fu lanciata dall'imputato non
arriv� alla vittima, ma a qualcun altro. Qualcuno che si trovava all'esterno".
Che assurdit� � mai questa? Wright sembra sperduto per un attimo, incalzato dal
giudice, ma dopo aver riflettuto ricostruisce l'accaduto, e punta il suo sguardo
su di lui. Il signor von Karma non sembra curarsene, apre la bocca per gridare
un'obiezione ma si ferma.
"Fu lei, non � vero? Lei fu colpito dal proiettile vagante, entr� nell'ascensore
e uccise Gregory Edgeworth per vendicarsi dell'uomo che aveva lasciato una
macchia sulla sua carriera! Poi abbandon� il lavoro per un mese allo scopo di
guarire dalla ferita!"
"Che assurdit�! Questa spericolata immaginazione non le servir� a nulla, signor
Wright, senza portare delle prove solide e concrete davanti alla corte!"
"Delle prove... gi�. Se si fosse fatto medicare avrebbe lasciato un testimone
sulla sua strada. Lei... lei porta ancora il proiettile dentro di s�, vero?"
Signor von Karma, la prego, dica che non � vero. Dica che Wright sta solo
volando sulle ali della fantasia, dimostri inconfutabilmente che si sbaglia.
S�, mi aspettavo che il signor von Karma non si sarebbe mai lasciato influenzare
dal pensiero di tutti gli anni che ha passato a insegnarmi, con severit� e
pazienza, le basi e gli accorgimenti del mestiere: lo conosco troppo bene per
illudermi. Ma non credevo che avrei sofferto tanto a vederlo accanirsi cos� per
dimostrare che sono un assassino, anche se ha ragione, anche se devo essere
condannato. E ora questo, questa farsa, essere costretto a subire un colpo che
sgretola le fondamenta di tutto ci� in cui ho sempre creduto. Il mio maestro �
in difficolt�. Nessuno era mai riuscito a provocare una simile reazione in lui,
tranne mio padre. Almeno prima che arrivasse Wright.
"Signor von Karma, esiste un modo molto semplice per provare che lei porta
ancora con s� i segni di quel giorno.
"Basta usare un rilevatore di oggetti metallici e, se troveremo quello che
cerco, confrontare i dati balistici con quelli di questo reperto". Nella mano di
Wright c'� una busta sigillata. Al suo interno un proiettile esploso.
"E lei come ha fatto a procurarselo...?" Stupore, sincero stupore. "Non pu�
certo costringermi a sottopormi ad un esame simile!" E ancora... "Lei sa cosa
significa rifiutare? Vuol dire dimostrare che ha qualcosa da nascondere.
Comunque la metta, se le cose stanno come penso, lei ha le spalle al muro,
signor von Karma".
L'urlo.
Mi sono addormentato senza accorgermene? Sono ancora cosciente oppure ho perso i
sensi? Non potrei essere pi� lucido, me ne accorgo dal dolore e dalla rabbia
sorda che ribolle in me, assalendomi improvvisamente e inaspettatamente. � lo
stesso urlo. Ma stavolta non sono nel sogno, � l'uomo che mi ha fatto da mentore
e da padre a produrlo. Il signor von Karma. Una guida, un maestro, l'assassino
di mio padre.
Ho la fortuna di possedere una certa capacit� di autocontrollo sui miei
sentimenti. � solo questo che mi permette di limitarmi a indicare von Karma e a
dire con voce ferma: "� stato lei...!".
Forse era inevitabile che mio padre dovesse morire l�, per mano del suo
avversario per un giorno, l'avversario che era riuscito, lui solo fino a oggi,
ad umiliare pubblicamente col suo ultimo colpo di coda prima della sconfitta. Ma
io non sono un fatalista. Se un terremoto spaccasse il pavimento del tribunale
per inghiottire quell'uomo che per cos� tanto tempo ho considerato un faro nella
notte, forse non avrei paura. Ma che dico? Il terrore scaturito da ore di agonia
passate accanto a un padre che moriva non pu� certo essere cancellato da una
stupida sete di giustizia finalmente placata. Von Karma confessa.
Non colpevole. Ecco il verdetto... per oggi come per quindici anni fa. Non sono
colpevole.
C'� una gran confusione oggi nella sala
d'attesa, ma d'altronde � prevedibile, con la piccola ragazza della famiglia
Fey, Butz e il Detective Gumshoe che non fanno altro che esultare urlando. Ho le
orecchie intorpidite per il gran baccano, ma sento uno strano calore dentro.
Sebbene non sia un'emozione spiacevole, non mi sento affatto a mio agio; ogni
volta che li guardo in viso, o i miei occhi incrociano quelli di Wright, provo
una fitta all'altezza del petto. Gratitudine? Forse.
"Ehi, insomma, signor Edgeworth! Prenda esempio dal Detective Gumshoe e faccia
festa insieme a Nick!"
"Qualcuno ha parlato di festa? S�, dai, andiamo per locali a fare baldoria!!"
"Ehm, Larry... Maya non pu� bere alcolici. Ha solo diciassette anni!"
"Nick, smettila di trattarmi come una bambina!"
Provo l'impulso di avvicinarmi a Wright e al gruppo, e le mie gambe mi ci
portano prima ancora che possa impartire loro un qualche comando razionale.
"Wright... ti... ti ringrazio. Grazie anche a te, Miss Fey". Wright sorride come
se non avesse idea di cosa abbia fatto per me e risponde ridacchiando
imbarazzato. "Ah... dovere!". Poco dopo vengo strattonato per il braccio da
Butz, che protesta. "E io, Edgey? Eh? Se non ci fossi stato io, ora saresti...
beh, mettiamola cos�... pi� al fresco che in mezzo alla neve!". Non mi importa
se qualcuno lo considera uno stupido: so che questa sensazione di essere in pace
col mondo intero non durer� che qualche ora, il tempo di salutarsi e di andare
ognuno per la propria strada, ma sono grato anche a lui, pi� di quanto possa
immaginare.
"Ehi, ma siete fantastici! Non resisto, voglio farvi una bella foto!". La
signorina Hart, pur avendo rinunciato al suo mestiere di reporter del
paranormale, ha ancora con s� tutta la sua apparecchiatura e ci sta chiedendo di
metterci vicini, in modo da poter immortalare il momento. Acconsento volentieri,
ben sapendo che gli altri ne saranno tutti felici. Dopo lo scatto, mi assale
improvvisamente il desiderio di ritardare il pi� possibile il momento della
separazione. So che dopo dovrei tornare alla solitudine della mia grande casa,
alla mia vita di sempre, e le uniche occasioni di rincontrare Wright sarebbero
in tribunale, faccia a faccia. Dipende solo da me? Non siamo ridicoli. Chi
potrebbe mai volere la mia compagnia? E io sarei sempre cos� grato di avere
qualcuno vicino, oppure finirei col rimpiangere la mia mancanza di legami? Per
il momento, per�, ho bisogno di illudermi che a qualcuno faccia piacere avermi
accanto. Al dolore che ogni tanto mi punge il cuore pensando alla mia vita
passata a fianco di un aguzzino, per il quale tuttavia non posso negare di
provare attaccamento, penser� dopo.
"Se volete, casa mia pu� ospitarvi tutti. � completamente vuota, io vivo solo.
Vi accompagno in auto? Saremo un po' stretti, ma dopo potrete passare la nottata
a festeggiare". Colto impreparato dal successo della mia idea, la metto in
pratica in pochi minuti. Fortunatamente, Gumshoe � stato tanto gentile da
portare l'auto nel parcheggio del tribunale questa mattina: gli avevo affidato
le chiavi per prendersene cura.
Qualche giorno dopo ho ricevuto via posta la foto di gruppo scattata dalla
signorina Hart. � venuta bene. Anche la maggiore delle due sorelle Fey ha deciso
di fare una visita, nonostante la mia incredulit� iniziale.
Quello che per� non si vede, e che sono stato ben attento a celare
all'obbiettivo indiscreto, � che con il dorso della mano destra stavo sfiorando
la manica della giacca di Wright. In quel momento, dovevo assolutamente
accertarmi che lui fosse l� per davvero.
NOTE FINALI:
Questo � il mio primo tentativo di fanfiction dai tempi dei miei orrori
adolescenziali (che resteranno per sempre ben chiusi in un cassetto), e visto
che ricevere tre recensioni per una storia su Phoenix Wright � veramente
notevole, non potevo astenermi dallo scrivere qualche considerazione finale,
anche per ringraziare chi � stato cos� gentile da lasciare un feedback sul mio
lavoro. Non temete, sar� una cosa breve e non so nemmeno se qualcuno la legger�
mai, ma pensavo fosse giusto farlo ^_^
Sinceramente non penso che scriver� dell'altro dopo questa storia (ma ti
ringrazio moltissimo per le tue parole gentili, Serenity: ne sono lusingata,
veramente!), perch� mi � scaturita da un bisogno incontrollabile di parlare di
qualcosa che mi � rimasto profondamente dentro. Per quanto Ace Attorney possa
essere considerata una serie "leggera", dagli innegabili risvolti comici,
l'intensit� che raggiunge nei momenti pi� drammatici non mi � parsa sinora
eguagliata da nessun altro gioco che mi � capitato tra le mani: no, nemmeno dai
miei JRPG preferiti. Il personaggio di Miles Edgeworth mi ha colpito in un modo
che io stessa non credevo possibile, ed � sicuramente quello che cresce
maggiormente all'interno della saga. Dedicargli un racconto introspettivo che si
legasse a quella formidabile storia che � "Turnabout Goodbyes" (quarto caso del
primo PW) mi sembrava veramente imprescindibile, da parte mia. Purtroppo, devo
dire che non sono soddisfatta dei risultati se non per qualche stralcio qui e
l�. Non credo tuttavia che vi metter� mano ancora: le parti che non mi
convincono sono tali e tante che sarei costretta a riscriverlo da capo, ma non
credo di averne l'ispirazione. Ringrazio comunque infinitamente chi mi ha
recensito, ovvero Serenity, eugeal e Fredyck: leggendo i vostri commenti ho
avuto per un attimo l'impressione di non essere poi cos� male come scrittrice :)
Ringrazio anche la mia amica Crimsontriforce, di cui non mi stancher� mai di
lodare la sua "Fool" (nonch� tutte le sue opere in altri fandom, ovviamente!), e
Maurix89, a cui la fic � piaciuta moltissimo, sebbene ancora non riesca a capire
perch� XD Grazie, amici!
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